Il Fatto Quotidiano: Ministri, magistrati e vip sciatori nella base alpina sotto inchiesta

Pubblicato da Presidente AssoMilitari il

Di Alessandro Mantovani –  Il Fatto Quotidiano 20.11.2024

Non è una caserma qualsiasi il Villaggio Alpino Tempesti di Corvara (Bolzano), travolto da un’indagine sul comandante, un maresciallo che esponeva il fascio littorio in ufficio e dà del tu al capo di Stato maggiore dell ’Esercito, generale Carmine Masiello. Tre militari accusano il sottufficiale di una gestione sostanzialmente privata di quella base, centro di addestramento ma anche ambitissimo luogo di vacanze sulle piste da sci dell’Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti. Lo frequentano generali, alti magistrati e politici. Negli ultimi anni lì hanno ospitato, tra gli altri, le ex ministre della Difesa Roberta Pinotti ed Elisabetta Trenta, l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni poi commissario europeo, l’attuale sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti e il procuratore militare di Verona Stanislao Saeli.

SKIPASS MIGLIAIA DI TAGLIANDI OMAGGIO: COSTANO 80 EURO La vacanza conviene: se non è gratis sono 10 euro a pasto e 17,90 a persona il pernottamento. Per gli ospiti più illustri anche “militari vestiti da camerieri”. È tutto regolare. Si chiama Ops, Organismo di protezione sociale. L’ospitalità è destinata innanzitutto ai militari, ma non è vietata per i civili. Spesso anzi comprende gli skipass, i preziosi Dolomiti Superski che ai comuni mortali in alta stagione costano più di 80 euro al giorno: provengono dagli accordi con la società degli impianti sciistici, con la quale gli alpini collaborano per il soccorso sulle piste. Dovrebbero servire per l’addestramento dei militari, ma funzionano anche come benefit. “Tra poco ricomincia la stagione, Arriveranno e chiederanno: ci sono gli skipass? – confida un esperto alpino –. Ne arrivavano fino a tremila l’anno”, altri dicono “so – lo mille”. Abbiamo visto alcuni registri: il 30 dicembre 2022 c’erano ben 24 skipass solo a nome del generale Giovanni Gagliano; qualche giorno dopo 14 per Luca Andreoli, direttore di Difesa Servizi Spa. “Pe rc hé così tanti? Non so cosa hanno scritto ”, taglia corto Andreoli. Qualcun altro magari se li vende, con quello che valgono. Le forze armate hanno decine di basi usate anche per le vacanze. Corvara è tra le più ricercate dai Vip. Naturalmente gli ospiti non possono sapere se siano fondate le ipotesi di reato a carico del comandante, il maresciallo Salvatore Boi, per tutti Tore, 53enne di Lanusei (Nuoro). L’hanno denunciato tre militari, assistiti dall’av v o c at o Mariapaola Marro di Milano come riportato da R e p u b b l ica.it. La Procura di Bolzano ha mandato la Finanza a perquisire la base, Boi è indagato per induzione indebita a dare o promettere utilità (la forma attenuata di concussione) e frode nelle pubbliche forniture: “Avrebbe attestato l’esec uzione” di “l av o r i ” che però “non sarebbero svolti o sarebbero stati svolti in modo parziale o difforme, anche mediante l’i m p i e go dei propri militari per lavori di manodopera fatturati alle ditte”, si legge nel decreto di perquisizione. Militari camerieri e militari manovali: è il caso del rifacimento del piazzale del Villaggio, commissionato all’azienda di tale Stefan Mayr per 19.915 euro più Iva ma realizzato dagli alpini. Ci sono poi pompe di calore, una pala meccanica, la riparazione e la sciolinatura di oltre 200 paia di sci. “L’indagato avrebbe sfruttato la propria posizione per ottenere crediti indebiti o crediti derivanti da accordi o contratti di permuta apparentemente in favore dell’Esercito e parzialmente utilizzati per scopi personali”, scrive la Procura. Sono accuse da dimostrare. Come gli insulti e le vessazioni ai subalterni: “Non capite un cazzo”, “sei un coglione”, “siete inferiori”. Possibili reati militari che l’avvocato Marro si augura siano “vagliati ed eventualmente perseguiti, se connessi con quelli ordinari, dalla Procura di Bolzano”, nella quale esprime “massima fiducia”. Un p o’ meno, pare di capire, nella Procura militare. Nelle denunce si legge di “birre alla spina vendute a 5 euro la media e 2,50 la piccola senza scontrini, i soldi finiscono in una busta gialla a disposizione del comandante”. Margini considerevoli su ogni fusto. Ci sarebbe stata anche “u n’alpi – na massaggiatrice a disposizione di Boi”, ma lei nega.

COPERTURE “SI SAPEVA TUTTO E NON SONO INTERVENUTI” In una registrazione di cui il Fat to è in possesso Boi, al telefono, chiama confidenzialmente “Carmine” il generale Masiello, paracadutista e capo di Stato maggiore dell’Esercito. Un maresciallo che dà del tu a un generale di corpo d’a r m at a non è frequente, “ma può succedere, magari hanno lavorato i ns i e me ”, dicono alla Difesa. Anche Masiello comunque va a Corvara, ovviamente con skipass. “D’estate viene anche in moto. Con Boi sono amici, alloggia in un appartamento della moglie del maresciallo”, racconta un’altra fonte interna. Boi ha preferito non parlare con il Fatto, nemmeno per indicare l’avvocato che lo assiste. Nessuna risposta anche da Msiello e dal Comando truppe alpine di Bolzano, che dal 2018 dovrebbe sapere qualcosa dei presunti eccessi del sottufficiale. Diversi militari ricordano che l’allora comandante del Villaggio Tempesti riferì alla linea gerarchica di possibili irregolarità, compresa la statuetta col fascio littorio in bella vista sotto il monitor dell ’ufficio di Boi. Nessuna conseguenza. Anzi fu rimosso e denunciato lui (e poi assolto). Contattato dal Fa t t o , non vuole parlare. Secondo altri militari Boi si vantò di aver scampato la sanzione per apologia del fascismo grazie alle amicizie. “Lo tenevano lì perché efficiente –dicono fonti militari –e funzionale a costruire, con gli ospiti, una rete di relazioni” utile ai Comandi alpini. Ora potrebbe finire a Brunico, dove c’è il colonnello Massimo Umberto Daves. Geniale: era il suo superiore a Bolzano e a gennaio la Corte dei Conti l’ha condannato in primo grado per 2.000 euro di danno erariale sugli skipass. Le irregolarità sembrano diffuse: anfibi militari messi in vendita sui social, alpini maestri di sci senza permesso… “Già si sapeva tutto e quando sarebbero dovuti intervenire hanno fatto finta di nulla”, osserva una fonte militare romana. L’avvocato Marro “auspica che i militari che hanno denunciato, come da preciso obbligo, non subiscano conseguenze quali potrebbero essere trasferimenti che sarebbero recepiti come punitivi”.


0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *