3° REGGIMENTO ELICOTTERI PER OPERAZIONI SPECIALI – SOFT BOAT RELEASE –
L’attività Soft Boat Release rappresenta un approfondimento sul 3°Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali.
Data l’importanza strategica dell’attività è utile focalizzare l’attenzione su alcuni importanti elementi.
Il 3°REOS dell’Esercito supporta le Operazioni Speciali nella terza dimensione; ciò significa mettere in campo delle capacità non comuni in termini di addestramento che consentono attività di volo peculiari e altamente specializzate utilizzando proprie unità specificatamente dedicate.
Le modalità di intervento, le tecniche impiegate di concerto con gli operatori del Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (CO.F.S.) e la capacità di conduzione degli aeromobili non sono comuni alle forze aeree convenzionali.
Nello specifico, l’attività di Soft Boat Release costituisce una peculiarità nel panorama delle attività delle Forze Speciali utilizzabili nell’ambito delle Maritime Special Operations allo scopo di inserire in modalità occulta, nell’arco diurno e notturno in mare aperto o in acque interne un team d’assalto o da ricognizione con i relativi battelli. Si tratta di un’attività peculiare del 3° REOS condotta prevalentemente con l’aeromobile CH47C/F, unico elicottero in grado di effettuare questo tipo di operazioni, sia per le grandi capacità di carico, sia per le eccellenti capacità di galleggiamento.
Poiché l’attività addestrativa del 3°REOS è prioritariamente rivolta al Comparto Forze Speciali Esercito per meglio sfruttare le risorse anche in termini di ore di volo e soprattutto per sviluppare quel tipo di amalgama e di mentalità comune che secondo la dottrina nazionale e NATO costituisce la base per il successo in ambito di operazioni reali, i piloti, mitraglieri e specialisti del REOS si addestrano in attività specifiche suddivise in moduli addestrativi dedicati che comprendono anche attività di volo a bassa quota su specchi d’acqua nell’arco diurno e notturno con rilascio battelli (Soft Boat Release) e di operatori (Helocast).
Per Helocast si intende l’inserzione di personale nell’area specifica attraverso il rilascio dalla rampa o dai portelli laterali dell’elicottero a seconda del tipo di aeromobile a disposizione, e successivo recupero del personale stesso.
L’attività di recupero del personale dall’acqua può essere condotta in diversi modi:
• Tramite verricello per gli aeromobili che l’hanno in dotazione
• tramite biscaglina che nel caso dell’elicottero CH47C, opportunamente vincolata, può essere estesa dalla botola centrale o dalla rampa posteriore.
La biscaglina o biscaggina, termine mutuato dalla nautica, è un tipo speciale di scala di corda o altro materiale utilizzata con lo scopo di consentire l’imbarco e lo sbarco di personale.
- Infine, il recupero può essere effettuato direttamente dal battello. In questo caso l’elicottero CH47C, che ha la peculiarità di poter galleggiare in acqua, ammara e apre la rampa posteriore; a questo punto i battelli utilizzati per l’inserzione vengono utilizzati anche per l’estrazione posizionandosi in coda all’aeromobile ammarato, entrano direttamente nel vano di carico.
ATTIVITA’ ADDESTRATIVA
L’attività addestrativa alla quale ho avuto la possibilità di partecipare ha visto impegnato un equipaggio del 3° REOS per il quale i mitraglieri in addestramento stavano svolgendo un modulo per l’impiego a bordo di aeromobile su acqua e un distaccamento di allievi incursori del 9° Reggimento d’assalto Paracadutisti “Col Moschin” per i quali l’attività di Soft Boat Release ed Helocast costituisce una parte di quello che è denominato Corso Mobilità Anfibia per Forze Speciali.
Si tratta di un corso nel quale gli operatori vengono specificatamente addestrati al combattimento e sopravvivenza in ambiente anfibio. Acquisiscono così il necessario addestramento per utilizzare metodi occulti di inserzione/infiltrazione ed estrazione/esfiltrazione adeguati per avvicinamento e allontanamento da obiettivi.
Gli allievi Incursori giungono a questa fase specialistica dopo aver superato il Corso OBOS (Operatore Basico Operazioni Speciali).
Grande rilevanza assumono i moduli specialistici di mobilità ambientale. Gli aspiranti Incursori, Acquisitori Obiettivi e Ranger acquisiscono le capacità di condurre operazioni in ambiente montano (estivo e invernale) anfibio (di cui fanno parte Soft Boat Release ed Helocast) e nella terza dimensione (aviolancio).
L’esercitazione in programma prevede due moduli identici da ripetere nell’arco diurno e notturno. L’attività svolta nell’arco temporale diurno è propedeutica per la fase notturna nell’ambito della quale si svolgono in prevalenza le operazioni di infiltrazione/esfiltrazione occulta.
In mattinata si è svolto un approfondito briefing al quale hanno partecipato l’equipaggio del 3° REOS, gli allievi Incursori e gli istruttori; focus sulle caratteristiche dell’esercitazione e sull’utilizzo del nuovo tipo di biscaglina.
Intanto i battelli vengono opportunamente condizionati secondo standard NATO pronti per essere imbarcati sull’elicottero. Il “pacco”, così denominato nel gergo, ha dimensioni standard ed è in grado una volta rilasciato in acqua dalla rampa dell’aeromobile di galleggiare per il tempo necessario allo “spacchettamento” e gonfiaggio.
E’ tutto pronto per l’inizio delle attività; alle 14:30 prendono il via le operazioni di imbarco degli operatori sul CH47C che si cimenteranno nella prima sortita che prevede Helocast e successivo recupero con biscaglina.
La zona operativa è costituita dalla porzione di mare antistante la Base Addestramento Incursori di Marina di Pisa. Le condizioni climatiche sono ideali per condizioni del mare e vento.
Il “Chinook” stacca da terra e si dirige rapidamente verso il mare; i piloti compiono una iniziale ricognizione della zona per acquisire i necessari punti di riferimento e poi eseguono un primo avvicinamento al mare senza però rilasciare operatori e materiali (prova in bianco).
Nuova ricognizione e poi via con il rilascio degli allievi Incursori; il CH47C si posiziona a non più di 3-4 metri dalla superficie dell’acqua. Imponente il fenomeno del “water spray” generato dai rotori dell’elicottero. Una vera e propria nube avvolge l’elicottero. Intanto gli allievi incursori uno dopo l’altro si tuffano in acqua. Terminato il rilascio l’elicottero si allontana e gli operatori si preparano per essere recuperati per mezzo della biscaglina.
L’elicottero si posiziona sopra gli allievi incursori, viene aperta la botola centrale ed estesa la biscaglina che una volta in acqua viene afferrata, non senza difficoltà dovuta alla enorme turbolenza, e mantenuta quanto più stabile possibile per consentire la risalita del team d’assalto.
L’operazione dura pochi minuti; una volta recuperati tutti gli operatori l’elicottero si porta all’atterraggio dove in breve tempo vengono caricati i battelli.
Inizia la seconda sortita che prevede il rilascio operatori (Helocast) e battelli (Soft Boat Release). Le operazioni ricalcano a grandi linee l’attività precedente. Iniziale ricognizione della zona, acquisizione punti di riferimento, prova di avvicinamento senza rilascio e rilascio vero e proprio.
Nel vano di carico dell’elicottero tutto è pronto e perfettamente coordinato come pure la disposizione dei materiali e degli operatori con il seguente ordine battello (pacco) 3 uomini, battello (pacco) 3 uomini.
L’elicottero si riavvicina all’acqua mantenendo sempre la quota di 3-4 metri dalla superficie e in rapida successione vengono rilasciati personale e materiali.
Gli allievi incursori “spacchettano” i battelli, operazione questa estremamente delicata, e procedono al gonfiaggio grazie ad un efficiente sistema in dotazione.
Una volta gonfiato il battello si procede al montaggio del motore. Gli operatori possono salire a bordo accendere il motore e dirigersi verso la costa.
La prima parte dell’esercitazione è così terminata.
Prima dell’inizio dei preparativi per le missioni notturne c’è il tempo per un’ulteriore attività ovvero simulazione di presa della spiaggia. Il breve ma significativo atto tattico che ha avuto solo valenza dimostrativa, evidente per il fatto che gli allievi incursori erano privi dell’equipaggiamento standard non previsto dal tipo di modulo esercitativo in svolgimento, ha visto l’avvicinamento alla spiaggia dei due Team d’assalto a bordo dei battelli, la rapida discesa e il posizionamento degli operatori sulla spiaggia.
Successivamente gli operatori hanno riportato i battelli in acqua e con discrezione si sono allontanati dalla spiaggia diretti verso il mare aperto.
Il tempo scorre velocemente. Rimane giusto il tempo per l’equipaggio del 3° REOS di confrontarsi un’ultima volta prima della missione notturna.
La terza sortita inizia alle 21:35 e prevede Helocast e recupero con biscaglina; il sole è quasi completamente tramontato. Solo una fievole luce è visibile all’orizzonte per pochi secondi dopo il decollo.
L’equipaggio del REOS indossa i visori notturni NVG indispensabili per missioni di questo tipo mentre gli allievi incursori, pronti per il rilascio in acqua hanno sul casco un dispositivo luminescente (chemlight) per una più agevole individuazione.
Le difficoltà per gli operatori esercitati questa volta sono più evidenti. Innanzitutto il buio rende problematica l’acquisizione di punti di riferimento poiché cielo e mare presentano medesima colorazione. Per i piloti questa risulta una fase critica in quanto i riferimenti visivi sono scarsi, la condotta implica comunque l’acquisizione di riferimenti sull’acqua e l’estrema vicinanza alla superficie del mare può provocare anche il fenomeno del disorientamento spaziale.
Altro elemento che complica ulteriormente la condotta dell’attività è il “water spray” fenomeno già osservato di giorno provocato dal flusso dei rotori che sollevano micro particelle d’acqua (aerosol) che nebulizzate nell’aria provocano riduzione della visibilità molto più evidente di notte.
Completata la ricognizione l’elicottero si abbassa sulla superficie dell’acqua e rilascia gli operatori i quali dopo l’allontanamento del Chinook si preparano immediatamente per il recupero.
Questa volta l’operazione richiede più tempo e un numero maggiore di tentativi anche per la difficoltà di mantenere l’elicottero quanto più fermo possibile al fine di evitare traslazioni laterali della biscaglina che renderebbero il recupero difficoltoso.
L’operazione viene comunque portata a termine con il recupero del Team di allievi incursori; possiamo rientrare alla Base.
La quarta ed ultima sortita che prevede Helocast e Rilascio Battelli prende il via poco prima delle 23:00 con l’imbarco dei battelli sull’elicottero cui hanno fatto seguito gli Incursori.
Ormai è notte fonda e man mano che ci dirigiamo verso il mare aperto anche quelle poche luci visibili sulla costa svaniscono. In questo caso, per la navigazione alle quote operative l’ausilio dell’avionica e degli NVG è fondamentale; infatti grazie ai visori notturni e al grande addestramento i piloti e l’equipaggio si muovono e operano come fosse pieno giorno.
I riferimenti necessari sono stati acquisiti e il Chinook può scendere alla quota prestabilita.
Siamo a non più di 4 metri dall’acqua; ad un cenno dello specialista di bordo gli incursori prendono posto dietro i rispettivi battelli. Ad intervalli precisamente scanditi materiali e operatori scendono in acqua.
L’attività termina con il rientro dell’elicottero alla Base mentre gli incursori simuleranno una presa notturna della spiaggia.
CONCLUSIONI
L’attività di Soft Boat Release e più in generale il Corso Mobilità Anfibia per Forze Speciali riveste una importanza strategica nell’ambito della condotta delle Operazioni Speciali.
La capacità di operare in ambiente anfibio è molto importante se pensiamo soprattutto alla collocazione geografica del nostro paese e, più in generale, al fatto che oltre il 70% della superficie terrestre è coperta d’acqua.
Trattandosi poi di attività peculiari vi è la necessità di addestrarsi in maniera continua in modo che tutti i reparti del Comparto Forze Speciali possano acquisire e mantenere tali capacità.
E’ fondamentale che gli equipaggi di volo e operatori Forze Speciali, nel momento in cui si trovano ad operare insieme, parlino “una lingua comune”. Tale obiettivo viene raggiunto inizialmente attraverso la comune formazione fornita dai corsi OBOS e successivamente con l’addestramento continuo su moduli specifici.
Un elemento che sicuramente è da mettere in evidenza oltre alla professionalità degli uomini che hanno svolto l’esercitazione è rappresentato dalla dinamicità delle tecniche impiegate. Le tecniche e procedure che il 3° REOS impiega con gli operatori del Comparto Forze Speciali non sono statiche ma sono vive e dinamiche.
Infatti con l’evoluzione dei materiali (come ad esempio la nuova biscaglina utilizzata per l’esercitazione) che vengono messi in campo dagli operatori è impellente la necessità di sviluppare nuove tecniche al fine di utilizzarli al massimo delle possibilità.
Le tecniche vengono aggiornate in coordinamento stretto con gli operatori anche a livello interforze.
Dall’attività che ho avuto la possibilità di seguire sono emersi alcuni ulteriori elementi, evidenziatisi in modo significativo durante le 2 sortite notturne, che vanno sottolineati.
Il primo è la Crew Coordination ovvero quell’insieme di procedure e attività volte a migliorare l’interazione e l’efficienza dei membri degli equipaggi al punto tale da diventare come un’orchestra che suona un unico spartito rappresentato dalla missione da svolgere.
Il secondo elemento è rappresentato dai numerosi debriefing. Veri e propri momenti di confronto tra equipaggio di volo e operatori nei quali tutte le entità portano il proprio punto di vista orientato esclusivamente ad un miglioramento e perfezionamento delle procedure.
Il terzo elemento è rappresentato dalla flessibilità ed elasticità che solo un mezzo come l’elicottero può garantire non solo per lo svolgimento delle attività degli operatori ma anche per una risposta più completa alle esigenze del comparto Forze Speciali Esercito e in generale della Difesa.
Testo e immagini: Stefano
Immagini: Lgt. A. Bianchi
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